Da una parte saluta Noto, dall’altra ammicca Modica, da cui è separato solo per il profondo abbraccio della Cava d’Ispica: è Rosolini, tranquillo comune del Sud Est siciliano che si alimenta di eredità materiali e immateriali.

Sito nel cuore del Sud Est siciliano, Rosolini si sviluppa su una balza rocciosa sulle propaggini dei Monti Iblei. Una “terrazza pittoresca”, così come la definì l’archeologo Paolo Orsi, poco distante dalla barocca Noto, dalla soleggiata Pozzallo, e dall’incantevole Modica di bufaliniana memoria.

La città, nata ufficialmente il primo agosto 1712, si è affermata nei secoli come centro agricolo e commerciale, ma anche culturale, già culla di studiosi, poeti e artisti. Passeggiare per Rosolini è un’ottima idea: si potranno degustare ottime pietanze da street food e deliziose granite in ogni stagione. Ma soprattutto, potrete ammirare o visitare numerosi luoghi di devozione e fede. Curiosamente, cinque tra i suoi siti di interesse si concentrano proprio nel centro storico. Ecco quali.

La Basilica ipogeica bizantina
Dell’antico Borgo Feudale oggi  rimane poco: questo è costituito principalmente da case dall’architettura povera del tardo Seicento, sorte insieme al palazzo dalla famiglia Platone. Di tutto il palazzo, “U castieddu”, rimane solo l’ampio cortile, il portale d’ingresso con la torretta campanaria (restaurata) e qualche muro diroccato. Nel cortile interno, sotto il costone roccioso, è possibile visitare* una stupenda basilica ipogeica bizantina del IV- V sec. d. C. L’ipogeo, interamente scavato nella roccia, è nel suo genere il maggiore tra quelli esistenti in Sicilia. Trattasi di una grotta di enorme interesse archeologico che ripropone il tema paleocristiano della chiesa basilicata a tre navate delimitate da otto pilastri con arcate a tutto sesto e da una tomba a baldacchino che si trova in un locale adiacente. Dal 1485 la basilica fu inglobata nel Castello costruito e ultimato nel 1606 dal Casato dei Platamone, questi ultimi in seguito divenuti Principi di Rosolini nel 1673. Va ricordato che il Palazzo Platamone non è più esistente nella sua veste originale, perché dal dopoguerra ad oggi ha subito radicali trasformazioni tipologiche e strutturali che non ne permettono più il riconoscimento.

*Il  sito è una proprietà privata e necessita del permesso dei proprietari per visitarlo.

La Madonnina del Buon Consiglio
Nella parete di una delle poche casette rimaste del Borgo Feudale ad architettura povera, in Vico Consiglio, una stradina parallela all’elegante Corso Savoia, si trova un altorilievo seicentesco dedicato alla Madonna del Buon Consiglio di autore ignoto. La soluzione plastica di insieme, la Vergine in piedi in atto di preghiera ed il fondo su cui campeggia, una sorta di pergamena con le punte accartocciate sull’esempio di tanti antichi blasoni, evidenzia riferimenti con il barocco netino tradotto in chiave popolare. La sagoma del rilievo inserita nel prospetto attuale, all’origine, doveva essere la chiave di volta di qualche apertura. Già nel ‘500, in tutta la Spagna era diffusissima la venerazione della Madonna del Buon Consiglio, giunta anche in Sicilia a seguito delle varie dominazioni borboniche. All’epoca, infatti, era frequentissimo introdurre, sotto forma di altorilievi in pietra bianca da taglio, la raffigurazione della Madonna del Buon Successo nella Chiave di Volta di edifici sacri e abitazioni private. Tali altorilievi avevano solitamente le dimensioni di circa 40 cm di altezza.
La scultura esistente a Rosolini conferma, quindi, la devozione dei rosolinesi e delle comunità vicine alla Madonna del Buon Consiglio, la quale, per un’altra singolare coincidenza, presenta dei connotati strutturali molto simili al simbolo dei gesuiti esistente nell’antica chiesetta di Cozzo Cisterna.

Piazza Garibaldi
Piazza Garibaldi costituisce da oltre due secoli il salotto della vita sociale e politica della città rosolinese. La piazza fu progettata originariamente dall’arch. Giambattista Pennavaria nel 1873 e successivamente modificata nel 1880 con progetto dell’arch. Luigi Gugliotta e del geom. Carmelo Leggio. È ancor’oggi perimetrata da bei palazzi ottocenteschi, a eccezione del novecentesco palazzo Santacroce, impreziositi da elementi decorativi, espressione dell’abilità e capacità tecnica dei maestri scalpellini locali. La piazza si sviluppa su un’area di 4500 mq e fa da scenario alla Chiesa Madre, formando un grandioso corpo architettonico organico ed omogeneo che da la misura e il gusto di un’epoca. Su di essa si affacciano il caratteristico Palazzo con l’orologio, simbolo indiscusso della città, e il Palazzo Cartia, sede del municipio e luogo di cultura. In questa bella e grande piazza si ammira anche un piccolo anfiteatro, il “Palchetto della musica”, dove si tengono esibizioni musicali durante le maggiori manifestazioni cittadine. La piazza è stata molto apprezzata anche sul piccolo e grande schermo grazie al successo ottenuto dalla pellicola di Ficarra e Picone “Andiamo a quel paese“, che ha fatto di questa location un vero e proprio set privilegiato a cielo aperto.

Credits Rete Comuni Italiani

La Chiesa Madre di Rosolini
La Chiesa Madre di Rosolini, denominata Chiesa di San Giuseppe, è un edificio neoclassico del XVIII secolo, realizzato in pietra calcare bianca dai toni rosati. L’edificio sacro pare sia stato progettato da un allievo dell’architetto siracusano Pompeo Picherale, per incarico del feudatario fondatore di Rosolini Don Francesco Moncada e Cirino, principe di Lardaria e Rosolini, ma durante la costruzione, fu snaturato e modificato dai vari ingegneri. La grandiosa chiesa fu ultimata nel 1840 dopo vari decenni di lavoro, ad eccezione della cappella del Sacramento e delle statue degli apostoli Pietro e Paolo. Divenne matrice nel 1833 in seguito al trasferimento della parrocchia della chiesa del Crocifisso, che era stata istituita nel 1811. Il prospetto si compone di elementi architettonici ispirati all’arte greca, romana, rinascimentale e barocca nel rispetto della nuova disciplina e compostezza formale del Neoclassico. 
La facciata della Chiesa Madre San Giuseppe presenta uno stile misto tra barocco e neoclassico. All’interno, sul pronao, vi è un pregevole organo costruito dal modicano Michele Polizzi nel 1879 e sostenuto da un architrave sporgente, chiuso da un portone costruito nel 1925 dagli artigiani rosolinesi Giuseppe e Salvatore Incatasciato. Numerosi affreschi la decorano nelle tre navate dipinte dal 1862 in poi, sul secondo altare della navata di sinistra pregevole è la pala d’altare “Madonna del Suffragio” con figura del Cristo dipinta da Olivio Sozzi. La Chiesa Madre è affiancata a destra dal palazzo municipale costruito tra gli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento.

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Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù
Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù è uno dei maggiori luoghi di culto della Sicilia sud orientale, meta di devozione per pellegrini da ogni parte d’Italia. È ubicato nella parte alta della città, tra le viuzze strette del popoloso rione. La fondazione del Santuario del Sacro Cuore è legata alle vicende umane e spirituali di Madre Carmela, al secolo Carmela Aprile nata il 5 aprile 1878 a Rosolini. La storia ha inizio quando la donna acquista da un venditore ambulante un modesto quadro del Sacro Cuore di Gesù e la stampa ottocentesca si rivela dotata di poteri taumaturgici.
 Il culto per il Sacro Cuore è aumentato negli anni, e ora in quel luogo sorge un Santuario. Esso è legato ai prodigi del quadro miracoloso raffigurante il “Sacro Cuore di Gesù” che tramite la “Serva di Dio Madre Carmela Aprile” è stato protagonista di numerosi miracoli e prodigi, meta di devoti, di bisognosi, di peccatori che offrivano doni ed invocavano grazie. 
La festa religiosa dedicata al Sacro Cuore di Gesù viene celebrata ogni anno l’ultima domenica di settembre con grande partecipazione sin dalle primissime ore del mattino con pellegrinaggi e doni votivi, vige ancora la devozione di vestirsi con l’abito religioso creato da Madre Carmela quale ringraziamento per grazia ricevuta.
Questi sono solo alcuni consigli di viaggio. Un vero itinerario religioso meriterebbe la contemplazione di tantissime altre tappe da non perdere a Rosolini. Un soggiorno qui rappresenta, infatti, un’ottima occasione per scoprire contestualmente arte, cultura, storia e l’ambiente di una città dalle origini contadine, in cui religiosità e fede hanno costituito per secoli l’humus fertile su cui è nata e cresciuta la sua civiltà.

Contributi fotografici Tommaso Latina
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