“Biscotti di saimi”: con questa ricetta il web incorona Irene, a sua insaputa, la migliore risposta nostrana, rigorosamente made in Modica, alle food blogger di professione.

In tempo di quarantena stiamo tutti a casa e alzi la mano chi non ha ancora ceduto alla tentazione di mettere assieme acqua, lievito e farina e provare a eseguire ricette a cui, fino a un mese e mezzo fa, non avrebbe mai prestato attenzione.

E’ successo anche a me e, psicologicamente parlando, la cosa paradossale è che sebbene le nostre bacheche siano oggi costipate di immagini di primi, secondi e dessert, anziché nausearci, alimentiamo questa bulimia di sapere e di condividere perle gastronomiche che al primo che posta una fotografia, l’altro prontamente risponde: “La ricetta, per favore“.

Questa premessa è necessaria per passare al paragrafo successivo in cui vi racconto una storia.
La storia è quella di una mia cara amica, Irene. Irene lavora nel settore abbigliamento e moda. Irene è a dieta. Irene è saggia e prudente e sta a casa come milioni di italiani. Irene, come tanti, si ritrova a stazionare tra camera da letto e sala da pranzo. Irene è incontenibile e quindi come inganna il tempo nella sua nuova e provvisoria routine? Impastando in cucina.

Irene predilige i dolci e se andate sulla sua pagina Facebook ve ne renderete subito conto. Irene è così autentica nella scelta delle ricette che propone che lo sono anche i suoi scatti: nessuna postproduzione dell’immagine né tempo da perdere dietro a luminosità e filtri. Lei sforna e scatta e sono fotografie quasi sempre sfocate, non centrate, la qualità dell’immagine è medio-bassa, ma rende bene la genuinità della (non aspirante) cuoca che pensa più alla sostanza che all’apparenza. Eppure, Irene sta diventando, da un punto di vista mediatico, un piccolo caso di successo nella sua dolce Modica, come donna ai fornelli, come risposta casalinga e nostrana alle food blogger di professione, capace di influenzare centinaia di amici che la seguono per la sua spontaneità.

Ieri, ad esempio, ha condiviso la fotografia di un biscotto tipico modicano con una frase che di suo dice tutto: “Ho bisogno di uscire il prima possibile“.

E no, Irene, non uscire, stai a casa e divulga la ricetta, così come si legge nei commenti che sono piovuti e che, ripetutamente, si susseguono a ogni suggerimento culinario che la modicana pubblica.

Pensate, ad esempio, che io che di mio non mi cimenterai mai nella realizzazione dei biscotti di “Saimi”, che tradotto dalla lingua siciliana significa sugna, cos’ho fatto? Le ho chiesto delucidazioni e Irene mi ha risposto in chat, in privato. Impulsivamente le ho chiesto la ricetta perché si tratta di una specialità tipica del Sud Est siciliano, quindi di casa mia, e non ho tenuto a bada la curiosità di conoscere ingredienti e preparazione di un biscotto la cui origine contadina affonda le radici nella notte dei tempi. Attenzione, però, anche se il nome indica la sugna che è un tipo specifico di grasso viscerale del maiale, per questa preparazione viene utilizzato lo strutto che è il prodotto finito dopo il processo di fusione del grasso. Nel dialetto, “saime”, quindi, viene inteso come strutto.

Di questo scambio di battute con Irene mi è preso un altro appetito: quello di pubblicare la ricetta. Così ho chiesto a Irene il permesso di poter trascrivere in formato digitale la pagina del quaderno scritto a mano dalla mamma Elvira che, a sua volta, ha ereditato la ricetta dall’amica di un’amica. Col suo benestare e con quello della sacrosanta discendenza amicale, infine, eccola qua.

Biscotti di saime
Ingredienti
1 kg di farina di grano duro
200 gr di zucchero
100 gr di sugna
Un pizzico di cannella
1/4 lievito di birra
300 ml di acqua

Procedimento
Impastare il tutto per molto tempo. L’impasto deve risultare molto fine.
Prendere l’impasto ottenuto poco per volta e formare dei cordoncini. Tagliare a bastoncini della lunghezza di circa 10 cm.
Sistemare i biscotti su una taglia e infornare a 180° per 15/20 minuti.

Grazie, Irene, perché con autoironia e intelligenza condividi consigli e sorrisi senza prenderti mai troppo sul serio. Grazie perché in tempi difficili in cui ci si sente disorientati sono forse le tradizioni culinarie che meglio ci orientano verso un ancora più sano apprezzamento del nostro territorio. Un territorio la cui cultura millenaria ci regala suggestioni uniche e che si scopre capace di viaggiare attraverso i social, accorciando le distanze.

I biscotti di Irene vogliono perciò trasformarsi in un omaggio a chi non potrà tornare a casa in queste settimane ma potrà ricrearne il sapore anche altrove per rendere più dolce l’attesa del rientro sull’isola. L’isola che c’è, resiste e attende con paziente amore.

 

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