Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale“.

È la premessa che apre l’opera Dress Code Rosso Sangue di Marina Di Guardo, ma che viene disattesa al capitolo ventisei del testo con un colpo di scena.

L’autrice di Novara con origini siciliane è in libreria con il thriller edito Mondadori, ambientato nel patinato mondo della moda milanese. In questi giorni, la Di Guardo è tornata nella sua isola a tre anni esatti dal book tour di La memoria dei corpi, e a quattro dalle nozze della figlia Chiara Ferragni e Federico Lucia, al secolo Fedez. Impossibile dimenticare le scene del matrimonio più social del secolo, di cui parlò il mondo intero, accendendo un potente riflettore sulla location scelta dagli sposi: la città di Noto. E quello con il giardino di pietra è un amore che Marina, di certo, non dimentica.

La chiamo ‘mia Noto’ perché è nel mio cuore, vuoi perché l’ho sempre amata, la conoscevo già prima che mia figlia si sposasse qua, grazie anche un po’ all’indirizzamento della mamma, nella mia Sicilia. Era già nel mio cuore vuoi perché è una città meravigliosa, che ti rimane dentro: ritornarci è sempre come tornare a casa“.

Questo l’omaggio che la Di Guardo ha tributato alla città Patrimonio Unesco in cui, sabato 14 maggio, ha presentato il suo ultimo romanzo. Nella splendida cornice del Resort Il San Corrado, la scrittrice ha conversato amabilmente con la giornalista Federica Puglisi. Presenti anche il già primo cittadino Corrado Bonfanti, a cui ha rinnovato i ringraziamenti per aver sposato i suoi ragazzi, e il sindaco Corrado Figura. 

Attraverso una serie di interessanti domande rivolte all’autrice, durante la piacevole presentazione organizzata dalla event planner Nicoletta Gianni, si è svelato l’identikit dei protagonisti, ma anche la trama complessa e ben ordita, ricca di suspense, che inserisce a pieno titolo l’opera nel filone letterario del thriller.

Sangue, inchieste, morti sono elementi di un testo di successo composto da ventinove capitoli, più prologo ed epilogo, che si legge rapidamente, e che si chiude con un finale aperto ma soprattutto una sorpresa. Sebbene la premessa all’opera dell’autrice, sopra riportata, a poche pagine dal gran finale, i protagonisti, Cecilia e Fabio, atterrano con il volo AZ 1721 a Catania. Da qui, si spostano per raggiungere un’altra città realmente esistente, che la scrittrice descrive con pennellate a tinte vive intinte nella memoria di un luogo e in quella del cuore.

In lontananza, una visione leggendaria come un miraggio: la città di Noto con i suoi palazzi dall’architettura barocca e dall’inconfondibile pietra calcarea che, sotto la luce del sole, assumeva cangianti sfumature color del miele. (…) Parcheggiarono nei dintorni della Porta Reale, iniziando la visita della città dalla chiesa di San Francesco dell’Immacolata, su suggerimento di Remo. Poi, passado dalla Basilica del S.S. Salvatore, salirono fino alle terrazze del convento per vedere Noto dall’alto, incantandosi davanti alle sagome degli edifici barocchi, una vera e propria quinta di teatro frastagliata da merletti di pietra. Fecero una breve incursione alla chiesa di Santa Chiara ammirandone la pianta ellittica, arrivarono fino a piazza Triona con l’omonimo palazzo dai sontuosi balconi. La cattedrale di San Nicolò li accolse con la monumentale scalinata e la bellezza sfacciata di un luogo iconico e celebrato in tutto il mondo. Ancora li attendeva il vero coup de théâtre: via Nicolaci, la famosa strada dove periodicamente si svolge l’evento più importante, l’Infiorata, una manifestazione che ogni anno attira migliaia di visitatori”.

Leggere queste righe nei giorni in cui a Noto, per ironia della sorte, si tiene l’Infiorata, è ancora più rappresentativo e suggestivo. Una coincidenza di date, un passaggio dal testo alla realtà e viceversa, una promenade lungo Corso Vittorio Emanuele che, attraverso lo stile ricco e incalzante dell’autrice, si trasforma in un itinerario da percorrere a occhi aperti, rigo dopo rigo. Un tributo a un territorio meraviglioso che Marina riconosce come suo, a cui sente di appartenere.

 

Una scrittrice molto apprezzata dai modi gentili, ambasciatrice dell’armonia tra bellezza del corpo e della mente, Marina (impossibile non darle del tu) è una donna umile, dalla penna forte, che scrive di sangue inneggiando alla vita, ma che non dimentica mai il privilegio più grande, quello di essere madre. E a Chiara, Valentina e Francesca, infatti, è dedicato Dress Code: alle sue figlie adorate che le hanno insegnato a sognare. Un sogno che, per Noto e i suoi fieri abitanti, si fa barocco.

A lei, oggi, va il più sentito ringraziamento da parte del territorio tutto: per essersi ispirata alla magnificenza di una città che si fa, ancora una volta, set di una storia, incuriosendo i lettori che iniziano un viaggio tra le pagine nate dalla sensibilità di un’autrice che fa della gratitudine un valore, che non manca mai di diffondere ed esternare a ogni sua incantevole e imperdibile presentazione.

Grazie della tua amicizia, Marina. Torna presto a Noto, a casa.

 

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