Rosolini è un paese del Sud Est siciliano in cui esperire il piacere dello slow living: un sapore capace di rimanere vivo nel palato di chi qua giunge e impresso nel cuore di chi da qui parte.

In Italia, da Nord a Sud, ci sono posti incantevoli in cui il tempo sembra essersi fermato. Alcuni sono sconosciuti, altri famosi, altri essenziali, tanto da eleggerli a luoghi del cuore.

La Chiesa Madre in Piazza Garibaldi

Rosolini, ad esempio, si candida ad essere fra questi, anche per il lettore che oggi ne apprende il nome per la prima volta e riconosce, tra le righe, le suggestioni di un fascino antico.

Sito nel cuore del Sud Est siciliano, Rosolini si sviluppa su una balza rocciosa sulle propaggini dei Monti Iblei. Una “terrazza pittoresca”, così come lo definì l’archeologo Paolo Orsi. La città è poco distante dalla barocca Noto, dalla soleggiata Pozzallo e dall’incantevole Modica di bufaliniana memoria. La posizione baricentrica ne fa il luogo ideale di transito, ma anche di scoperta. È dall’incantevole “salotto” della città, anticamente detta Rus Helorinum (campagna dell’Eloro), che inizia il viaggio: percorrere l’elegante Corso Savoia dona pace, il verde del Parco Giovanni Paolo II riempie i polmoni di aria, ma è la maestosa Piazza Garibaldi circondata da palazzi liberty e nobiliari a togliere il fiato. Al fascino delle basole non hanno resistito neanche gli attori Ficarra e Picone che qui hanno allestito il set cinematografico della pellicola di successo “Andiamo a Quel Paese”.

Veduta di Rosolini. Ph.cr. Tommaso Latina

L’imponente Chiesa Madre dà le spalle a Piazza Masaniello in cui si erge la Fontana dei Tritoni, per anni custodita dagli sguardi indiscreti di anziani signori che, carte alla mano e coppole in testa, vi si ritrovano abitualmente per parlare degli affaire di paese sorseggiando un amaro, una birra o un caffè. Passeggiando per via Roma si giunge al Santuario del Sacro Cuore di Gesù che, specie nel mese di settembre, diviene meta favorita di pellegrini, fedeli e visitatori da ogni dove.

Santuario del Sacro Cuore. Ph.cr. Tommaso Latina

Dalla tavola alle feste, dai riti cristiani a quelli pagani, tutto è custodito nella memoria di un popolo laborioso legato alle tradizioni della terra ed alla sua vocazione agraria che si traduce nella produzione di pregiati oli extravergine d’oliva, vini di qualità e il pomodoro, l’oro rosso di Sicilia. Spetta al carrubo raccontare l’identità di Rosolini: un albero millenario e mediterraneo, fiero e possente, dal busto intrecciato e la chioma opulenta, che rivela l’eccezionalità del genius loci. Il profumo di carruba basta a scatenare epifanie di infanzie felici trascorse ‘o paisi, rinfranca lo spirito o lo inebria se gustata sotto forma di un buon rosolio. I suoi semi, detti carati, venivano usati anticamente già dagli arabi come unità di misura per commercializzare le pietre preziose.

Centenari alberi di carrubo. Ph.cr. Tommaso Latina

Così come preziosi sono i luoghi che rimandano alla grandezza della storia incisa su massi e strade di periferia dove, tra asimmetrici muri a secco e robusti terrazzamenti, la città si staglia in vanelle e contrade. Numerose sono infatti le testimonianze di civiltà succedutesi nei secoli in questo fecondo lembo di terra baciato dal sole: villaggi preistorici risalenti all’età del Bronzo, chiese rupestri bizantine, cave e siti che precedono la dominazione greco-romana e costruzioni di epoca medievale.

Eremo di Croce Santa. Ph.cr. Tommaso Latina

Oggi Rosolini, un tempo borgo feudale, si presenta come un luogo affascinante con un centro cittadino che narra storie di famiglie nobiliari e di maestranze artigiane, e scorci e vicoli che le conferiscono grande interesse turistico, accentuato dalle vicinanza di città d’arte e riserve naturali. Una città nata ufficialmente il primo agosto 1712 e che nei secoli si è affermata come centro agricolo e commerciale, ma anche culturale, già culla di studiosi, poeti e artisti. Ogni anno, infatti, vengono promosse iniziative e manifestazioni capaci di adunare e attrarre scrittori, musicisti, personaggi di fama e visitatori.

Abbeveratoio. Ph.cr. Tommaso LatinaAl dolce richiamo delle origini rispondono anche i figli residenti altrove che spezzano temporaneamente l’esilio per dare ristoro a membra e menti nei luoghi del cuore. Questo paesino del Sud Est, facile da raggiungere e difficile da lasciare, si alimenta di eredità materiali e immateriali, oltre a regalare ogni volta a ospiti e viandanti il piacere dello slow living dal retrogusto di tradizione, un sapore capace di rimanere vivo nel palato di chi qua giunge, e impresso nel cuore di chi da qui parte.

Festa di San Giuseppe. Ph.cr. Tommaso Latina

 

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