Senza il mare. Versi della gratitudine” è la raccolta di poesie di Dolores Carnemolla, la giornalista italo-maltese, già autrice di “Ragusa e il Val di Noto Ibleo. Guida alla città e al territorio”.

Nel volume edito Controluna, disponibile in tutte le librerie fisiche e digitali, il sentire poetico è così intenso che la scrittura è come l’onda che si infrange contro lo scoglio per poi tornare indietro, perdendosi nell’abbraccio del mare cristallino che a volte spaventa, altre avvolge e consola.

 

Versi che si trasformano in un salvagente per chi pensa di annegare. La scialuppa di salvataggio, per Carnemolla, è l’amore, che esiste e resiste, materializzandosi nel volto di chi è venuto al mondo e di chi lo ha lasciato. Se educare alla perdita è un paradosso, perché ci raggiunge come una marea che sommerge gli argini costruiti, è la resistenza esercitata attraverso la scrittura che fa della versificazione lo strumento privilegiato con cui creare una dimensione nuova di convivenza.

La nostalgia per i luoghi e le persone dell’infanzia, il ricordo, il lutto, la maternità. È una sorta di journal intime quello che la scrittrice ci consegna: parole che spiegano ma non risolvono, che curano ma non guariscono. Una poetica di introspezione che è, parimenti, un esercizio di coraggio e un memento mori bagnato di umiltà. Una narrazione delicata e silenziosa, protetta dal pudore antico di chi si racconta senza peccare di autoreferenzialità, animato dal solo intento di testimoniare la caducità del tempo, la fragilità umana e la vittoria dei sentimenti.

L’autrice si libera affidando le sue liriche al lettore, per aprirsi a un presente votato alla ricerca dell’essenziale, che trascende la dimensione del tempo, vinta dallo spazio del testo, quasi a ricordare che finché si scrive, i morti continuano a vivere la nostra storia; mentre chi resta, seguita ad anelare alla speranza. Ecco che il linguaggio di Dolores Carnemolla si spoglia della zavorra della sofferenza e aspira alla leggerezza contemplativa di un corpo che galleggia sulla superficie ora calma della vita.

Con o senza il mare, la lettura di quest’opera ci permette di scandagliare amabilmente gli abissi della memoria. Componimento dopo componimento, la fine arriva lesta, restituendoci un brivido di estatica, sincera, commossa e inattesa gratitudine.

 

 

Alessandra Brafa

 

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