Sicily on the road: da Taormina a Scicli, la Sicilia autentica e genuina che conquista tutti.

Uno dei panorami più scenografici e mozzafiato di Sicilia si ammira da Taormina. Con la sua inenarrabile bellezza, la città incantò lo stesso Goethe che quando posò gli occhi sulla “Perla dello Ionio”, raccontò estasiato del panorama dalla cavea del Teatro Antico, oggi location delle più importanti manifestazioni culturali che qui si tengono.

Mt Etna and Taormina as seen from the Ancient Theatre of Taormina

Dal Teatro lo sguardo corre fino alle spiagge dell’Isola Bella e si arresta una volta scorto il lungo corso del fiume Alcantara. Visitare il canyon naturale delle Gole, strettissime e meravigliose, significa entrare nelle viscere della terra, ammirando gli effetti di sensazionali fenomeni naturali. Le fredde acque dell’Alcantara, fiume lungo 53 chilometri e tributario del Mar Ionio, scendono dritto dall’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa.

A muntagna“, perché il vulcano per i catanesi è femmina, che dal 2013 è nella World Heritage List dell’Unesco, è una delle mete più visitate e affascinanti, in ogni stagione. L’Etna, coperto di neve in inverno, d’estate resta scuro in cima, contornato da un anello di vegetazione solo sotto i 2000 metri. Per immergersi nello spirito di questi luoghi, non si può rinunciare a un incontro ravvicinato con il vulcano. Le vie d’accesso ai “crateri sommitali” sono due: Etna Nord Linguaglossa ed Etna Sud – Nicolosi. Da qui, con funivia o bus fuoristrada, si sale fino ai 3000 metri della cima fumante. Un’esperienza senza pari che va affrontata con l’abbigliamento giusto.

Una volta scesi dalla cima del vulcano è interessante visitare le cantine che nascono alle sue pendici e vivere wine experience senza pari, come quelle offerte da Benanti, prestigiosa azienda vinicola a conduzione familiare. La winery si definisce una “cantina indigena”: famiglia, vitigni, valori e orgoglio sono rigorosamente locali. Una vera passione che loro, tra i produttori più importanti di vini pregiati in Italia, ogni giorno condividono con gli ospiti che desiderano esplorare il mondo dell’Etna e conoscere vini di carattere.

Photo credits James’ Tasting.

Seguito il consiglio, ebbri di sapore autentico, si potrà abbandonare l’aria di montagna a favore del mare. Per passare dall’Etna alla Magna Grecia basterà parcheggiare a Siracusa e attraversare il ponte umbertino per entrare nell’isola di Ortigia, cuore pulsante della città aretusea. Qui il mare abbaglia ma anche i palazzi e i monumenti non sono da meno. Nella città di Archimede, la storia è incisa nelle sue opere d’arte e dispone fianco a fianco architetture lontane. Il Duomo rappresenta l’anima della città: visto dalla piazza, con la facciata di calcare bianco, opera di Andrea Palma, è puro barocco. All’interno, invece, la navata centrale con tetto ligneo è rigorosa, scandita solo dalle imponenti colonne greche di quello che, nel V sec. a. C., era il tempio di Atena.

Siracusa. Photo credits Tommaso Latina.

Prendendo viale Paolo Orsi per poi svoltare in viale Rizzo si accede al Parco archeologico della Neapolis. Tra le numerose testimonianze del periodo ellenistico spicca lo splendido Teatro Greco, fatto costruire durante il V sec. a. C. e rimaneggiato sotto la tirannia di Ierone II (III sec. a.C): un capolavoro architettonico oggi apprezzato da migliaia di visitatori affascinati dalla storia di un sito archeologico situato all’interno di una grande città europea e al passo coi tempi.

Parco archeologico della Neapolis.

Copyright di Andrew Malone.

Scivolando verso la punta della Trinacria, si costeggia uno degli angoli più incontaminati dell’isola: è la Riserva Naturale di Vendicari. 1300 ettari di stagni e pantani, palme nane, agavi, macchia mediterranea, dune e calette, dove il mare nulla invidia ai colori dei Caraibi. Terra di passo per fenicotteri rosa, gabbiani reali, aironi e cavalieri d’Italia: con un po’ di fortuna si riesce ad osservarli stazionando nei capanni disseminati lungo il percorso che conduce alla vecchia tonnara, oramai in disuso.

Tonnara di Vendicari all’alba. Photo credits Tommaso Latina.

L’oasi abbraccia due sensazionali spiagge: Calamosche e Vendicari, incontaminate e dalle vestigia ancora visibili, qui è bello perdersi in lunghe passeggiate, nel rispetto rigoroso dell’ambiente circostante. Niente lidi, solo natura.

Calamosche. Photo credits Tommaso Latina.

Qualche chilometro più in là si incontra l’affascinante borgo marinaro di Marzamemi: culla di storia tutto l’anno e set privilegiato di eventi culturali che si tengono durante la stagione più bella e fortunata, l’estate. E’ tra le stradine della “baia delle tortore” che Gabriele Salvatores girò le memorabili scene di Sud.

Marzamemi. Photo credits Tommaso Latina.

L’Isolotto Bancati prende il nome dal celebre scrittore e drammaturgo Vitaliano Brancati.

Isolotto Brancati. Photo credits Tommaso Latina.

Immancabile l’aperitivo alla Balata con brindisi alla vacanza e foto instagrammabile vista mare.
Ogni anno, qui, in uno dei borghi più incantevoli d’Italia, si tiene il Festival del Cinema di Frontiere, richiamando appassionati da tutto il mondo e la festa del pomodoro Pachino. D’estate, inoltre, si tengono i festeggiamenti in onore del Santo, San Francesco di Paola, con la caratteristica processione in mare del simulacro del santo.

Da Marzamemi si raggiunge facilmente Noto, il “giardino di pietra” dove il meraviglioso Barocco risplende a ogni angolo e su ogni facciata che da sull’elegante Corso Vittorio Emanuele.

Noto in occasione della Festa di San Corrado. Photo credits Tommaso Latina.

La città, che dal 2002 è patrimonio dell’umanità (UNESCO), è nota per la promenade che regala emozioni al confine tra memoria nobiliare e richiami conventuali. Tra le manifestazioni più attese e universalmente note che qui prendono vita, va ricordata l’Infiorata che si tiene la terza domenica di maggio.

Photo credits Valdinoto.org.

Proseguendo verso sud, laddove il paesaggio si fa più asciutto, si incontra Portopalo. La città ospita anche il Castello Tafuri. La struttura, databile al 1935, è situata su un costone roccioso del litorale sud-orientale della Sicilia, davanti all’isola di Capo Passero; si staglia su un mare azzurro e cristallino ed è il simbolo di questo piccolo centro di pescatori, oggi meta di turisti e surfisti. 

Raggiunta l’Isola delle Correnti, lo spettacolo è senza pari: qui la costa si scioglie in una corona di dune di sabbia, si incontrano le correnti di due mari, lo Ionio e il Mediterraneo, e ci si troverà per incanto nella punta più a Sud di tutto lo stivale. Più a Sud di Tunisi, per dirla tutta.

Isola delle correnti. Photo credits Tommaso Latina.

Risalendo la punta meridionale della Sicilia, in direzione ovest, ci si imbatte nelle piazze, nelle case e nei paesaggi incantati che fanno da sfondo alle inchieste del celebre commissario Montalbano. Vigata e Montelusa stanno tra Ragusa, Scicli, Modica, Punta Secca e Donnalucata. Un quadrilatero barocco che è oggi al centro dei desideri di chi vi giunge per rivivere scene di un film e finisce per rimanere stregato dall’autenticità e dal sapore di una terra dal carattere forte e dalle passioni antiche.

Ragusa è la città dalle due anime: in alto c’è la Ragusa settecentesca con la cattedrale di San Giovanni dalla maestosa facciata intagliata. In bacco c’è Ibla, una commistione di piazze assolate, vicoli, scalinate e palazzi di pietra; celebre il suo Duomo e la caratteristica festa in onore del suo Patrono, San Giorgio, di fine maggio.

Ragusa Ibla. Photo credits Tommaso Latina.

Tante anche le anime della vicina Modica, comunemente splittata in Modica Alta e Modica Bassa, con menzione al quartiere Sorda, la city commerciale di quella che un tempo fu maestosa contea. Gesualdo Bufalino definì Modica “come una melagrana spaccata”, che vanta due duomi: quello di San Pietro in basso e quello di San Giorgio che domina la vista dall’alto.

Modica. Photo credits Tommaso Latina.

Ma nella città che diede i natali a Quasimodo, e poco distante dalla sua casa, sorge l’Antica Dolceria Bonajuto, la più antica fabbrica di cioccolato in Sicilia, che da più di 150 anni produce cioccolato secondo l’antica ricetta Azteca. Si entra per degustare il cioccolato ma raramente se ne esce senza aver ordinato dei cannoli con crema di ricotta e granella di pistacchio, una confezione di ‘mpanatigghi o dei gustosissimi biscotti alla mandorla.

Antica dolceria Bonajuto. Photo credits Eurofides.

Con il sapore dolce in bocca ci si allontana da Modica, con una mal celata malinconia, per incontrare Scicli: la passeggiata parte dalla sua bella piazza del municipio, universalmente nota al grande pubblico per essere la Questura di Montalbano, e una strada, via Mormina Penna, che scivola tra capolavori barocchi. Innumerevoli gli edifici sacri che si ammirano lungo il percorso, ognuno con la sua storia, come la chiesa di San Giovanni Evangelista, custode de Cristo di Burgos, “il Cristo con la gonna“. Ma è la Madonna delle Milizie, la protettrice di Scicli, che ti rapisce con la sua storia. La tradizione narra di come le genti di Scicli insieme ai normanni riuscirono a far retrocedere l’invasione saracena. La Madonna apparve loro, secondo alcuni come guerriera in groppa ad un destriero, secondo altri su una nuvola luminosa, liberandoli. L’ultimo sabato di maggio vi è la festa per celebrare la vittoria: momento incredibile tra devozione, folklore e fede.

Attenzione, però, fin qui vi ho consigliato i luoghi da visitare seguendo scrupolosamente la tanto pratica e cara logica dell’itinerario… ma siamo in Sicilia e le tabelle di marcia non sempre coincidono. Difatti, le soste non sempre saranno brevi. Sapete perché? Perché affinché un viaggio sull’isola sia autentico e l’esperienza totalizzante è necessario che ai cenni d’arte si aggiunga l’assaggio dei piatti della tradizione culinaria locale. Il Val di Noto in questo la fa da padrone. L’enogastronomia, depositaria di una millenaria cultura contadina e marinara, renderà questo viaggio delizioso, oltre che indimenticabile. Dentro ogni piatto c’è la vera indole dei Siciliani, persone amabili e ospitali, “abbondanti” ed esigenti che da sempre si nutrono di gusto e di bellezza e che hanno fatto dello slow living uno stile di vita da condividere a casa, in viaggio ma, prima di tutto, a tavola.

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