Quali sono gli incontournables della tavola pasquale negli Iblei?

Il menù della domenica di Pasqua, nel sud est siciliano, è particolarmente ricco: a base di primi succulenti, come pasta al forno o ravioli ripieni di ricotta ed erbette aromatiche, ma anche secondi di carne e, infine, le scacce. Il pranzo di Pasqua, con cui si interrompe il digiuno quaresimale, è un momento di festa e comunione, dove indiscusso protagonista è il gusto e l’abbondanza la fa da padrone. Una vera e propria ricorrenza, tanto attesa dalle famiglie che, anno dopo anno, dopo aver assistito, nelle diverse piazze del territorio, al celebre incontro dei simulacri di Maria e Cristo Risorto, si ritrovano per portare avanti le tradizioni culinarie dei nostri avi.

Foto storica di Carmelo Micieli

Paese che vai, variante che trovi: il tradizionale pranzo pasquale a Rosolini, ad esempio, è a base di pasta al forno o ravioli ripieni di ricotta e erbette aromatiche. Immancabili sono i pastizzetta. Nello specifico questo bocconcino di pasta ripieno di carne macinata, nella vicina Modica cambia di nome, pastieri, ma non di sapore. I pastizzetta, che oggi sono per lo più a base di carne bovina con aggiunta di riso e aromi (attenzione, il riso non è contemplato nella ricetta dell’ex Contea), un tempo contenevano interiora di agnello.

Pastizzetta e cassate

L’agnello, simbolo della Pasqua, è servito al forno, ma può anche essere il condimento principale con cui farcire la focaccia dalla caratteristica forma tonda, detta in dialetto mpanata.

Pastizzetta, mpanati e pupa cu l’ova

Come dolci è usanza offrire cassate di ricotta. Un dolce tanto amato ed esclusivo di questo lembo di Sicilia, omonimo della cassata universalmente nota a base di frutta candita e marzapane. Negli Iblei, le sfiziose cassatine di ricotta nascono dal fortunato incontro tra dischi di pasta e ricotta bovina zuccherata, su cui spolverare, a fine cottura, polvere di cannella, o da arricchire, nella versione più moderna e golosa, con gocce di cioccolato (rigorosamente Igp modicano). Se il forno è acceso, perché non impastare e cuocere i viscotta ri miennula? Bastano acqua, zucchero, farina di mandorla… e olio di gomito. Questi biscottini si conservano per settimane, sono semplici da preparare e genuini da consumare, pronti all’uso per soddisfare qualsiasi languorino.

Cassate di ricotta

Tipici sono anche i palummeddi, la cui storia è intimamente legata a quella delle uova con sorpresa che oggi occupano interi scaffali di alimentari. Quando, infatti, sull’isola non esistevano le uova di cioccolato, le mamme o le nonne solevano preparare per i bambini i palummeddi, chiamati anche cuddura o pupi cu l’ova. Con la pasta avanzata delle mpanate, venivano realizzate figure o sculture di pasta che racchiudevano uova intere, compreso il guscio. Si trattava di figure che rappresentavano la colomba, oppure cestini contenenti l’uovo con sopra l’uccellino sempre realizzato con la pasta; o ancora, per le femminucce, una borsetta con manico intrecciato contenente 1-2 uova. I palummeddi sono cotti in forno assieme alle mpanate. Queste piccole sculture consumate durante la Pasquetta, un tempo, rappresentavano la gioia dei bimbi (e non solo). Oggi, sono ancora diverse le famiglie che non dimenticano di realizzare quei cestini che, nella memoria collettiva, si pongono a emblema di una felicità semplice e spiccia, quando si possedeva poco e a quel poco si attribuiva un inestimabile valore.

U luni i Pasqua, ovvero il Lunedì dell’Angelo, era ed è tutt’ora il giorno che chiude i festeggiamenti pasquali ed è consuetudine rilassarsi in famiglia o con gli amici in campagna o al mare, ritemprati dal messaggio di Resurrezione del Signore, con le pance piene ma sempre abbastanza capienti e pronte ad accogliere altre indicibili bontà.

Alessandra Brafa

 

 

 

 

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