
Mentre il mondo sospende gli eventi per resistere al Covid-19, l’ingegnosa e resiliente Noto percorre un sentiero alternativo svelando una “petalosa” via maestra da seguire per ripartire in sicurezza. Puntare sulla Cultura, oggi più che mai necessaria, diffusa sui social, perché “la Bellezza è più forte della paura“.
“Le strade dei sogni s’incontrano, volando alto nelle stratosfere, con le vie del cuore. Strade che conducono nei luoghi della memoria, in quelle stanze nascoste tra le pieghe della coscienza sopita che, se stimolate, danno sempre la scossa elettrica delle emozioni più remote. È questo il percorso privilegiato per narrare quel che si ama, in sintonia con il cervello, il cuore e l’anima di chi ci ascolta” scrivevo così poco più di un anno fa nel capitolo III della tesi di Master che ho dedicato all’Effetto Noto, ripercorrendo, in quelle righe, anche le origini del fenomeno dell’Infiorata.
Se avessi predetto quel che sarebbe accaduto oggi, nell’anno domini 2020, avrei di certo bloccato la pubblicazione in attesa di questa pagina che va ad arricchire e rendere ancora più straordinario il racconto del “caso Noto”. Mentre il mondo si barrica in casa, mantiene chiusi i botteghini e non ha il coraggio di stilare palinsesti, l’ingegnosa e resiliente Noto traccia un sentiero diverso, colorato, petaloso, digitale, svelando la via maestra da seguire per ripartire in sicurezza inaugurando, ancora una volta, una nuova era. Un’era che si avvale di una stretta sinergia tra Pubblica Amministrazione e società civile, nel segno di un cammino comune. Un’era che, solidamente ancora al sociale, punta sui social. I social che, negli ultimi anni, in tempo reale, hanno rilanciato immagini e dichiarazioni capaci di far scoccare la scintilla del desiderio e di radunare gente a Noto per eventi tanto attesi, come appunto l’Infiorata. Se la 40esima edizione era andata in archivio con numeri da record difficili da replicare, è però la 41esima che, nel silenzio assordante della sua piazza, interrotto dal linguaggio universale della musica, nella notte tra il 16 e il 17 maggio, ha scritto la Storia.
Via Nicolaci, per la prima volta da quando se ne ha memoria, non è animata da migliaia di cuori che battono ma da uno solo, netino, unico e grandissimo, che stringe nel più sincero e accorato abbraccio il mondo intero. Rimarranno nella memoria collettiva le immagini del cantautore Mario Incudine che passeggia tra le vie deserte del centro storico decantando il Cunto speciale di amore e resilienza per Noto, la Sicilia e il Mondo intero. Un’Infiorata simbolica che arriva agli spettatori come il più sincero augurio di una sana ripartenza. Un abbraccio caloroso e protettivo che sbrina i cuori dal gelido inverno, diffondendo nell’aria il tiepido e delicato profumo della primavera dello spirito.
Supportata nei giorni scorsi dai tanti testimonial che hanno firmato il loro passaggio a Noto, tra questi Chiara Ferragni, Leo Gullotta, Margareth Madè, Giuseppe Zeno e Beppe Fiorello, l’Amministrazione Bonfanti ha veicolato sui social il messaggio di non abbandonare le tradizioni e trasformare l’evento clou organizzato in città come segnale di ripartenza.
Una scelta felice e confortante che rende più sopportabile l’attesa di quando si potrà finalmente tornare a respirare a polmoni pieni l’atmosfera che si vive nel giardino barocco, quella che riporta corpo e mente ad uno scenario da fiaba, in cui le possenti colonne ed i merletti di pietra sembrano animarsi tra un flash di luce del tramonto e l’ombra proiettata da una passeggera nuvola. Una scelta sensata, non sensazionalistica, con cui la città è riuscita nell’impresa di costruire e regalare emozioni.
L’Urbs ingeniosa fa ancora una volta da apripista, indicando la via maestra da seguire per ricominciare puntando proprio sulla Cultura, dimostrando che è possibile vincere la paura con le sole armi di cui il mondo dovrebbe disporre, Bellezza e Ingegno.