
Sciatu miu, cori miu, gghioia mia, priziusa quantu a picca acqua.
Sono solo alcune delle espressioni prese in prestito dalla Lingua Siciliana per indicare o rivolgersi alle persone che si amano. Parole comuni, semplici, essenziali e chiare che, se seguite da aggettivi che ne affermano il possesso, si trasformano in dolci immagini d’amore.
Sciatu come il respiro che manca in assenza dell’amato; cori come l’organo che batte mantenendoci in vita. E ancora la gioia perché, con la tua vicinanza, diventi artefice della felicità estrinseca; ma se all’improvviso sparisci, io non gioisco. E specciu, perché quando vuoi bene a qualcuno, questo diventa specchio in cui mirare il buono e il bello, illuminando di riflesso anche le giornate più buie. Ma l’espressione che più mi aggrada è quella che compara il peso di una presenza all’acqua. Una metafora che ho appreso leggendo una racconto della poetessa Ignazia Iemmolo Portelli, Fatti curnutu ca a pacienza ti veni.
“Quantu a picca acqua” scrive l’autrice. Un paragone che racchiude il senso dell’esistenza. Perché se è vero che non si vive in assenza di aria è anche vero che un altro elemento è fondamentale, l’acqua. E del valore dell’acqua nessuno se ne rende pienamente conto fino a quando questa non inizia a mancare.

Adesso vi propongo un esercizio: prendete una bottiglia d’acqua, mettetela di fronte a voi, osservatela e sovrapponetele un volto. La percezione che avete dell’oggetto automaticamente cambierà fino ad assumere un valore inestimabile. Bevetene piccoli sorsi, gustateli e depuratevi lasciando che il liquido attraversi il vostro corpo donando benessere. Il benessere psico-fisico che solo le persone che contano sanno restituire senza nulla chiedere se non la gratuità e l’autenticità del sentimento. Le persone che rendono rigogliosa la nostra vita, come le verdi fronde di alberi robusti, difendendoci dall’arsura e dal vento, dando linfa ma soprattutto nutrimento alle radici.

Preziosi come l’acqua quando scarseggia. Penso non esista dedica più reale, limpida, leggera, bella. Siate, dunque, così: essenziali.